Senza riscaldamenti e senza acqua calda: questo è l’inverno in gabbia tra
le sbarre e il cemento del Cie Ponte Galeria a Roma.
Due mesi interi senza assistenza sanitaria, ma i potenti sedativi – la
"terapia quotidiana" che viene somministrata ai reclusi – curano
perfettamente la sofferenza. «Diamo fondo alle scorte, dal 1° marzo
finiscono i giochi» – questa è stata la strategia degli operatori della
Croce Rossa negli ultimi giorni della loro gestione.
Nel lager della capitale, basta tentare il suicidio per cinque volte in un
mese e alla fine un posto in ospedale lo si ottiene di sicuro… Questa è
la triste storia di Boukili Wid, liberato tre giorni fa, dopo l’ennesimo e
pericolosissimo tentativo di togliersi la vita.
Concedere la libertà a una persona disperata è stato l’ultimo atto pietoso
e caritatevole che la Croce Rossa ha compiuto all’interno del suo prezioso
salvadanaio: il bottino di guerra è stato ridotto all’osso ed è ora di
passare la palla al nuovo ente gestore: la cooperativa Auxilium (che
gestisce il Centro di accoglienza per richiedenti asilo di Bari).
I migranti rinchiusi nella sezione maschile, dopo lo sciopero della fame
del 12 febbraio scorso, hanno ricevuto un amorevole consiglio dai medici
del presidio sanitario: «Continuate a protestare perché dal 1° marzo
arrivano quelli che stanno facendo un casino a Bari. Dovrete restare
chiusi nelle celle tutto il giorno, avrete diritto solo a due ore d’aria e non
esisterà più la mensa… mangerete rinchiusi nelle vostre gabbie».
I giornalisti non aspettano il 1° marzo a Ponte Galeria: i riflettori sono
spenti perché qui non c’è facebook e nemmeno la CGIL. Ma i reclusi della
sezione maschile decidono comunque di organizzare la propria giornata di
lotta.
28 febbraio 2010, ore 22.00:
Croce rossa e Auxilium s’incontrano per il passaggio delle consegne e la
polizia è il contorno immancabile a questo importante avvenimento. Sono
tutti troppo impegnati a stringersi le mani (se le saranno lavate? il più
pulito c’ha la rogna), troppo concentrati su questo grande affare…
Dalla parte opposta, nell’ala inaugurata pochi mesi fa, si carica un bel
respiro, si prende la rincorsa… e parte la fuga.
Solo un ragazzo riesce a raggiungere il muro di cinta e a tentare il salto
verso la libertà. Ma viene inseguito, pestato brutalmente e rispedito
subito in cella come «un esempio per tutti gli altri reclusi».
La rabbia esplode, non c’è altro da fare: «Ponte Galeria sta bruciando!
Tutto va a fuoco, materassi e coperte, tutto va a fuoco!».
Per due ore le fiamme si propagano nel lager, ma la polizia costringe
tutti a tornare nelle celle, pestando chi si oppone.
Solo intorno alle 02.00 di notte la strategia cambia: tutti in fila per
un’altra "terapia" forzata.
Ascolta la corrispondenza andata in onda su Radio OndaRossa il 1° marzo 2010
http://www.autistici.org/ondarossa/archivio/100301/pontegaleria.mp3