Roma – Un sabato agitato quello del Centro di
identificazione ed espulsione (Cie) di Ponte Galeria! I migranti
rinchiusi in una delle nostrane galere etniche sono tornati a
ribellarsi, a protestare contro le assurde loro condizioni di vita,
contro la soppressione coatta della loro libertà.
Ritroviamo anche nella piccola sommossa di ieri elementi che ci
confermano, certo non univocamente, come le proteste migranti dentro i
Cie abbiano, soprattutto nell’ultimo anno, nonostante i livelli diversi
da città a città, compiuto passi avanti nella costruzione e nella
conduzione delle proteste. Il riot collettivo e la relazione con
l’esterno tramite le radio di movimento piuttosto che l’autolesionismo
individuale e l’impasse solitario. Due aspetti che hanno, nella
specificità della rivolta ma anche più generalmente, la loro importanza:
la comunicazione oltre i muri attraverso l’espressione della rabbia
covata, la narrazione di destini nefasti attraverso le radio,
l’interazione con il fuori solidale.
La protesta di ieri pomeriggio ha preso il via con l’arrivo di compagni e
compagne fuori dal Cie: le donne sono state subito rinchiuse nei
container, gli uomini invece sono riusciti a salire sui tetti della
struttura. La polizia ha caricato più volte, sparando lacrimogeni,
entrando nel centro con 2 camionette. Dopo 4 ore di resistenza i
migranti erano ancora sui tetti, a bruciare materassi e lenzuola, a
gridare libertà, facendo fallire il tentativo poliziesco di far
concludere le proteste e far scendere i ragazzi dai tetti.
In serata i migranti scendono, molti vengono inseguiti e ammanettati
faccia a terra dalla polizia. I migranti sapevano già che sarebbero
stati puniti, ma ciò evidentemente non era un buon motivo per stare
buoni ed in silenzio! Gli antirazzisti in presidio hanno lasciato le
mura del Cie andando a bloccare i binari della linea Roma-Fiumicino, per
poi concludere la giornata con un corteo spontaneo a Trastevere con in
testa lo striscione "Chiudere tutti i lager".
Le corrispondenze di Radio Onda Rossa: