(fonte: www.autistici.org/macerie)
4 agosto 2009 – Un racconto tremendo, e
un appello, dal Cie di Ponte Galeria. Nella serata di lunedì arriva
nel Centro un gruppetto di algerini, appena trasferiti da Bari
Palese. Tra di loro c’è anche un ragazzo gravemente malato di
cuore, che si lamenta e protesta: la polizia non ha provveduto a
portare da Bari le medicine che deve prendere ogni giorno. Invece di procurare i farmaci, i
poliziotti lo portano in infermeria e poi nella cella di sicurezza.
Lì lo massacrano di botte, stufi di tutti questi stranieri sempre
pronti a lamentarsi.
Quando lo riportano in sezione è pieno di
lividi e sangue. Lui è malato di cuore per davvero e durante la
notte si sente malissimo: i suoi compagni danno l’allarme, e il
malato lascia il Centro a bordo di una ambulanza. La mattina dopo i
suoi compaesani, che stanno raccontando in giro gli avvenimenti della
notte, vengono raggruppati e portati via. Tutti pensano ad un
rimpatrio, e solo la sera si scoprirà che in realtà il gruppo è
stato messo in “isolamento” nel reparto delle donne. Intanto,
durante tutto il giorno, del ragazzo malato di cuore non si ha più
alcuna notizia. Passano le ore, e i reclusi del Centro si ricordano
di Salah Soudami, morto soltanto cinque mesi fa in circostanze
pressoché identiche, e pensano al peggio. Così chiedono aiuto ai
solidali che stanno fuori dai Centri e lanciano un appello dai nostri
microfoni: vogliono avere notizie del loro compagno. Vogliono sapere
come sta, se è vivo o morto, e dov’è. Lo hanno chiesto alla Croce
Rossa e non hanno avuto risposta. Lo hanno chiesto pure agli agenti,
e anche loro sono stati zitti: del resto, si sa, i poliziotti sono
buoni solo a massacrare di botte i malati di cuore. Leggi tutto