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Una giornata nel CIE di Bari

Una buona notizia dal
Centro di Bari, e una brutta.
Intanto la bella: un ragazzo arabo è
riuscito a fuggire la notte scorsa dal Policlinico barese, dove era
stato trasportato dopo aver ingerito tre viti smontate da un tavolo
del Centro. Non c’erano poliziotti a sufficienza per piantonarlo
costantemente. Gli auguriamo buon viaggio, alla faccia di Maroni. Quella brutta. Questa
sera, intorno alle 22,30, due reclusi hanno “fatto la corda”: uno
di seguito all’altro hanno cercato di impiccarsi.  I loro
compagni di camera li hanno salvati appena in tempo – “respiravano
ancora”, ci hanno detto. Ora sono stati portati via dalle gabbie,
non sappiamo se in infermeria o al Pronto Soccorso: ne sapremo di più
domani. Vi possiamo già raccontare la storia di uno dei due,
però.Trattenuto due mesi in via Corelli è stato deportato in
Algeria, e lì trattenuto in una struttura detentiva dove racconta di
essere stato torturato: a detta dei suoi compagni di cella di questi
giorni, sul corpo porta segni inequivocabili di questa esperienza.
Dopo tre mesi l’Algeria l’ha riconsegnato all’Italia ed stato
riportato in via Corelli più di un mese fa. Il resto è storia nota:
lo sciopero della fame, la sommossa, i pestaggi, il charter per Bari
e un’altra sommossa a ferragosto. Questa sera la disperazione e il
tentativo di suicidio. “Bisogna essere cattivi con i clandestini”
– dichiarava Maroni qualche mese fa, ed è stato di parola.

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