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Vogliono costruire un lager a Campi… e chiamarlo C.I.E.

Il ministro dell’Interno, il leghista Maroni, ha annunciato nei giorni scorsi alla Regione Toscana la volontà di costruire un CIE (Centro di identificazione ed espulsione) nelll’area e x-Hangar, nei pressi dell’Indicatore.

Cosa sono i CIE? I CIE (ex CPT)

sono delle vere e proprie carceri-lager dove gli immigrati irregolari possono essere rinchiusi fino a 6 mesi in attesa dell’espulsione. Si tratta di luoghi dove – come denunciato da varie organizzazioni come Medici senza Frontiere – le condizioni igenico-sanitarie sone pessime, il cibo insufficiente, si fa uso massiccio di psicofarma ci, si impedisce qualsiasi diritto alla difesa. Luoghi di sospensione del diritto dove numerosissimi sono gli episodi di violenza sui detenuti e i suicidi.

Chi finisce dentro un CIE?

Per finire in un Cie non serve commettere crimini, basta essere sprovvisti del permesso di soggiorno o averlo scaduto (per esempio semplicemente perché si è perso il lavoro). Per una semplice irregolarità amministrativa privano esseri umani della propria libertà e dignità. Si rinchiudono per 6 mesi in un carcere e si provvede alla loro espulsione, magari separandoli da mogli/mariti/figli con cui da anni vivono in Italia.

A chi serve un CIE?

La costruzione di un CIE non ha niente a che fare con la tanto sbandierata “sicurezza”. Il CIE serve a chi specula politicamente sulla paura e sulla insicurezza cos truendo sul razzismo e sulla lotta tra poveri le proprio fortune elettorali e carriere politiche. IL CIE serve a chi lo gestisce (in altre zone d’Italia: Croce Rossa, Misericordie, coo perative, …. ) che approfittano delle laute sovvenzioni statali per la gestione di questi centri.

Perchè non vogliamo un CIE?

Non vogliamo un Cie né a Campi Bisenzio né in qualunque altro luogo. Non lo vogliamo perchè riteniamo assurdo che una persona venga privata della sua libert à solo perchè priva del permesso di soggiorno. Non lo vogliamo perchè non vogliamo dare spazio a chi in questi anni sta fomentando paura, intolleranza, razzismo per il proprio tornaco nto politico. Non lo vogliamo perchè rifiutiamo la logica della “guerra tra poveri”: una logica che vuole isolare gli immigrati per sfuttarli come esercito di riserva a basso costo e p erennemente ricattabile, soprattutto in un periodo di crisi. Crediamo quindi che la costruzione di un CIE sia un problema di tutti non solo degli immigrati. Senza scordare che le logic he repressive che oggi colpiscono gli immigrati, domani potrebbero colpire altri – singoli o settori sociali – ritenuti “scomodi” inaugurando la “detenzione amministrativa” che qualcun o già invoca.

Esiste un CIE buono?

Alcuni parlano di un Cie buono, un Cie “alla toscana”. Non esistono Cie buoni. Non sono mai esistiti. Dal 1998, dalla Turco-Napolitano che istituiva i primi centri (non certo come lager ma come luoghi di “accoglienza”), sono passati molti anni, eppure ancora oggi la situazione nei Cie è drammatica, anzi si è avuto anzi un peggioramento dovuto al l’allungamento dei tempi di detenzione passando dai 30giorni della Turco Napolitano, ai 60 della Bossi Fini, ai 180 attuali. Non esistono e non esisteranno CIE buoni, perchè saranno se mpre luoghi destinati all’espulsione di persone la cui unica colpa è cercare un futuro migliore, scappando dalla guerra, dalla fame, dalla miseria. Fino a quando si continuerà a parlar e di CIE “umani” si legittimerà chi ha voluto gli attuali lager, si legittimerà che considera la clandestinità un reato, chi deporta verso le carceri libiche gli immigrati e lo rivendi ca anche come un successo.

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